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 Multifunzionalità

Olio, e-commerce e fattorie didattiche

Il caso dell'azienda condotta dalle tre sorelle Zappelli di Trevi che hanno puntato tutto sulla diversificazione produttiva e sui servizi
L'antico frantoio del '700 ristrutturato con i fondi GAL
L'antico frantoio del '700 ristrutturato con i fondi GAL

Al telefono ci risponde Maria, una delle tre sorelle Zappelli (le altre due si chiamano  Alessandra e Sara), dopo un week end in cui l'agriturismo di famiglia ha registrato il tutto esaurito. "Per fortuna quando c'è il sole l'affluenza non manca mai. Vengono da tutta Europa, soprattutto dal Nord", ci racconta Maria. "E tutto questo grazie all'intuizione di mio padre, che vent'anni fa pensò bene, avendo tre figlie femmine, di avviare i lavori per la costruzione di un agriturismo, una scommessa vincente, decisiva per la nostra permanenza nel settore agricolo". Oggi l'azienda familiare (30 ha di cui 15 destinati all'uliveto biologico ed il resto a seminativi in conversione biologica) coniuga le colture tradizionali con una multifunzionalità a 360°, una multifunzionalità per così dire "contagiosa". Infatti, la peculiarità stessa della coltivazione biologica ha permesso di instaurare un circuito virtuoso con gli stessi clienti dell'agriturismo, provenienti non solo dall'Italia ma in gran numero da Svezia, Norvegia, Belgio, Francia, Svizzera, Austria ed altri Paesi europei. I clienti sono diventati fedeli consumatori dell'olio dell'azienda, che viene venduto anche via internet (5% delle vendite, in crescita), nei farmer's market e con una nuova sinergia tra territori viene inviato anche ad altri  produttori dal Piemonte alla Sicilia, per la vendita diretta. In alcuni casi, esiste un interscambio per cui dagli stessi si ricevono altri prodotti (es. arance, marmellate, ecc.) da vendere in azienda.
 "La scelta di riconvertire il nostro uliveto di famiglia a biologico nasce da una convinzione personale molto profonda. E' come tornare indietro (a vecchie tecniche di coltivazione) guardando però avanti. E soprattutto alla base c'è la ricerca di una qualità della vita migliore per tutti, e del rispetto dell'ambiente. Questo è anche quello che io e le mie sorelle insegniamo ai nostri figli: rispetto dell'ambiente e dei ritmi della natura, per cui sulla nostra tavola non troverà mai di certo le fragole d'inverno. Certo, per farlo occorre lavorare molto anche sull'informazione al consumatore, renderlo cioè consapevole: questo è il nostro mercato, e su questo dobbiamo lavorare". E le tre sorelle di Trevi non sembrano dare molto peso a chi ancora sostiene che la multifunzionalità snaturi un po' il ruolo dell'agricoltore, se, come ci dice ancora Maria, "In tutto ci deve essere evoluzione, e l'apertura alla multifunzionalità è una naturale evoluzione nel lavoro dell'agricoltore, che porta tra l'altro un grande beneficio al territorio circostante, una grande vitalità che favorisce il turismo. Noi organizziamo anche percorsi di trekking fra gli uliveti, una sorta di turismo rurale che permette di scoprire vecchie  e nuove tecniche di coltivazione, sistemi di potatura, spremitura, fino ad arrivare alla degustazione".
Naturalmente l'utilizzo dei fondi per lo Sviluppo rurale costituisce una fonte di primaria importanza per l'avvio e la prosecuzione dell'attività agricola, e capire quali siano le singole esperienze in merito e quali le aspettative di miglioramento nel loro utilizzo e nella loro gestione è fondamentale. Conclude su questo tema  Maria:   "Noi abbiamo usufruito  dei Fondi GAL del 2000 per la ristrutturazione di vecchi opifici. Con quelli abbiamo ristrutturato appunto il vecchio frantoio del '700 che è oggi la base della nostra fattoria didattica, sia per i bambini e i ragazzi delle scuole che per i turisti in genere. Mi sento di dire che l'accesso ai fondi è così importante che da parte delle istituzioni bisogna fare uno sforzo per ridurre l'eccessiva burocrazia: bisogna snellire le pratiche e oggi come oggi la parola d'ordine deve essere informatizzazione, anche per un discorso di risparmio di carta e rispetto dell'ambiente. Solo andando in questa direzione si potranno preservare quelle piccole aziende, così importanti per il futuro dell'agricoltura, che altrimenti rischiano di restare svantaggiate, perché seguire tutte le pratiche comporta costi e risorse non sempre disponibili.

Andrea Festuccia

 
 
 
 

PianetaPSR numero 1 - agosto 2011

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