L'uso sostenibile del suolo è un tema «cerniera» fra più priorità di sviluppo rurale in quanto funge da raccordo fra questioni climatiche di interesse agricolo (assorbimento ed emissioni di CO2) (Priorità 5 dei PSR) e i temi più classici della sostenibilità agro-ambientale (contrasto all'erosione e al degrado del suolo, conservazione della biodiversità, tutela e uso efficiente delle risorse idriche) (Priorità 4 dei PSR). Una tematica che richiama aspetti di innovazione dedicata (investimenti aziendali specifici) (Priorità 1), richiede approcci allargati di governo del territorio e sviluppo partecipato (Priorità 6) e che necessita di essere affrontato con il supporto di azioni di informazione al grande pubblico e formazione-consulenza all'agricoltore (Priorità 1). L'uso sostenibile del suolo, pur prendendo forma nell'alveo delle priorità di sostenibilità ambientale, richiama in modo diretto anche i temi della competitività produttiva delle imprese. Il suolo, infatti, è il primo fattore della produzione agricola e usarlo bene e in modo sostenibile garantisce il recupero e/o la conservazione della sua fertilità (chimica, fisica, microbiologica). Per un agricoltore "suolo fertile" significa perciò occasione di disporre di uno strumento in più (e prezioso) di competitività produttiva (Priorità 2).
I suoli sono fondamento della produzione alimentare e fonte di servizi ecosistemici essenziali. Non a caso il ripristino e la conservazione dei suoli ricade fra gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (http://www.un.org/sustainabledevelopment/sustainable-development-goals/), obiettivi cui la PAC post-2020 è chiaramente chiamata a contribuire così come previsto dalle prime proposte di regolamento in consultazione dallo scorso primo giugno 2018. Garantire l'uso sostenibile del suolo, infatti, non solo è uno dei modi per sostenere la produzione alimentare, ma anche una via obbligata per conservare e fornire acqua pulita alla collettività, mantenere la biodiversità, sequestrare carbonio e aumentare la capacità dell'agricoltura di adattarsi e rispondere ai cambiamenti climatici.
Le convenzioni delle Nazioni Unite per la lotta al cambiamento climatico (UNCCC), per il contrasto alla desertificazione (UNCCD) o per la conservazione della biodiversità (UNCBD), richiedono al nostro Paese di assolvere, anche per il tramite di direttive e regolamenti dell'UE, a una serie di impegni capaci di garantire e favorire l'uso sostenibile del suolo in agricoltura.
Questi impegni sono in larga parte sinergici e coerenti con quelle che sono le priorità dello Sviluppo rurale. I PSR sono chiamati pertanto a contribuire in modo efficace al conseguimento degli impegni di conservazione e tutela della risorsa suolo. Anche perché i Psr, soprattutto attraverso le Misure a superficie come la Misura 10 (Pagamenti agro-climatico-ambientali), sono gli unici strumenti che mettono direttamente a disposizione del "custode del suolo" (l'agricoltore) le risorse necessarie per adottare pratiche più virtuose di gestione del suolo, così come prescritto dai documenti internazionali di indirizzo.
In Italia, 17 PSR su 21 hanno programmato nel quadro della Misura 10 una serie diversificata di interventi volti a promuovere direttamente l'uso sostenibile e la conservazione dei suoli e delle loro funzioni ecosistemiche (TAB.1).
Nel complesso, per la tipologia di impegno "Copertura del suolo, tecniche di aratura, lavorazione ridotta del terreno, agricoltura conservativa" prevista dal sistema di categorizzazione degli impegni PSR, vengono destinati oltre 460 milioni di euro per una superficie target di intervento di oltre 290.000 ettari.
Gli interventi previsti dai PSR per questo impegno variano a seconda delle Regioni ed includono in generale:
In attesa che tutti i PSR chiudano nel corso del 2018 le procedure di prima individuazione e pagamento dei beneficiari, al 31 dicembre 2017 oltre il 53% della superficie programmata risulta già sotto impegno (154.000 ettari), con una spesa PSR che nell'esercizio 2017 si è attestata su circa 35,5 milioni di euro.
I PSR che dedicano maggiore attenzione all'impegno "Copertura del suolo, tecniche di aratura, lavorazione ridotta del terreno, agricoltura conservativa" sono quelli di Lombardia (oltre 80 milioni di euro), Puglia (oltre 100 milioni di euro) e Campania (40 milioni di euro).
L'agricoltura conservativa viene riconosciuta a pieno titolo dai PSR come pratica benefica per la conservazione del suolo e per questo sostenuta da un pagamento agro-climatico-ambientale ad hoc in 15 regioni italiane, con scelte declinate in modo diverso a seconda del contesto regionale (TAB.2).
Nel complesso di questi 15 PSR, per gli interventi a favore della adozione delle tecniche di agricoltura conservativa vengono programmati oltre 280 milioni di euro di risorse per una superficie target di intervento di quasi 200.000 ettari.
I PSR di Lombardia, Campania, Sardegna e Puglia sono quelli che destinano maggiori risorse a questo tipo di intervento.
In attesa che tutti i PSR chiudano nel corso del 2018 le procedure di prima individuazione e pagamento dei beneficiari, al 31 dicembre 2017 il 36,4% della superficie target risulta già sotto impegno di agricoltura conservativa (SOI) per un totale di circa 72.000 ettari e una spesa erogata nell'annualità di circa 21,6 milioni di euro.
I principali limiti della misura 10 sono legati alla capacità di questo genere di pagamento di riuscire a motivare realmente gli agricoltori a cambiare (anche radicalmente) i propri stili produttivi in favore del suolo. Alla base di questo schema di sostegno, infatti, c'è prevalentemente un ragionamento di natura economica: si tratta di una compensazione del reddito e, dunque, almeno in linea di principio, dopo l'adozione degli impegni, il reddito del produttore non cambia. A cambiare dovrebbe essere solo l'impatto ambientale delle sue produzioni. E se l'agricoltore non ha confidenza con le pratiche di sostenibilità che vengono incentivate? E' disposto ad avventurarsi in un percorso di conversione agronomica a fronte della sola promessa di vedere immutato il proprio reddito finale? Queste domande sono oggi al centro del dibattito degli esperti, per tutte le tipologie di impegni di sostenibilità e forse soprattutto per gli impegni di conversione all'agricoltura conservativa. Favorire la diffusione dell'agricoltura conservativa in UE è oggi un obiettivo della PAC, ma la Misura 10 (da sola) è realmente capace di influire in modo sensibile sul cambio di paradigma atteso e sperato fra gli agricoltori?
Per diffondere in modo più efficace le pratiche di conservazione del suolo sarebbe utile che i PSR lavorassero in modo efficace anche sugli aspetti motivazionali dei produttori e sulle questioni dell'assistenza-consulenza-innovazione, due fattori che si collocano concettualmente a monte e a valle del pagamento compensativo, in questa sequenza logica:
In attesa che i PSR delle regioni italiane restituiscano dati completi sul quadro dei beneficiari degli interventi previsti a sostegno della conservazione del suolo e dell'agricoltura conservativa, alcune impressioni rilevate sul territorio sembrano confermare la necessità di questo approccio integrato per favorire fattivamente la diffusione dell'agricoltura conservativa. In alcuni contesti territoriali sembra infatti che il pagamento compensativo non sia sufficiente a convincere gli agricoltori al cambio di paradigma atteso: mancanza di motivazioni, carenza di conoscenze tecniche, scarsa reperibilità di macchine e consulenti, stanno diffusamente frenando i produttori ad aderire agli impegni, anche a fronte di pagamenti PSR interessanti. Naturalmente questo fenomeno è molto regionalizzato e assume caratteristiche diverse a seconda dei contesti produttivi, pedoclimatici e territoriali. Ma questa al momento appare essere la tendenza.
Tab. 1 Spesa erogata e superfici di tutti gli interventi programmati per la tipologia di impegno PSR "Copertura del suolo, tecniche di aratura, lavorazione ridotta del terreno, agricoltura conservativa". Annualità 2017. Fonte: Elaborazioni su dati PSR e Rapporto Annuale di Esecuzione (RAE) delle singole Regioni al 31/12/2017.
Tab.2 Spesa erogata e superfici oggetto di impegno (SOI) per gli interventi PSR dedicati alla adozione di tecniche di Agricoltura Conservativa (semina su sodo, minima lavorazione). Annualità 2017. Fonte: Elaborazioni su dati PSR e Rapporto Annuale di Esecuzione (RAE) delle singole Regioni al 31/12/2017.
Danilo Marandola
Antonio Papaleo
CREA- Centro di Politiche e Bioeconomia
Rete Rurale Nazionale - Scheda CREA 5.1
PianetaPSR numero 75 ottobre 2018
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